LA PRIMA RANDO NON SI SCORDA MAI

di Ivan Folli

“…Ci sono tre parole in fondo al cuore
le randonnée, la mamma e il primo amore
le randonnée passan, la mamma muore
rimani come un pirla col primo amore…”
.

Con le parole di Porta Romana del compianto Nanni Svampa, liberamente riadattate per l’occasione, apriamo questa nuova stagione di RandoFreccia. Al microfono c’è sempre Ivan che vi terrà compagnia anche quest’anno.

A proposito di stagione: molti di voi avranno già iniziato a pedalare ottenendo le prime omologazioni dell’anno. Capita spesso, nelle prime manifestazioni, soprattutto quelle con poco dislivello, di imbatterci in qualche temerario ciclista alla sua prima randonnée. Quando mi accade, mi viene sempre da sorridere nel percepire i mille dubbi che lo attanagliano e non mi sorprendono, perché in fondo erano gli stessi che avevo io quando mi sono trovato al suo posto.

Di solito sono ragazzi piuttosto giovani, in prestito magari dalle granfondo, desiderosi di misurarsi su distanze impegnative, o più semplicemente di sfidare sé stessi, essenza di ogni randonnée.
In quei casi “noi veterani” in poche pedalate ci tramutiamo in barbuti saggi, asceti del sellino, vecchie volpi della pedivella. Snoccioliamo consigli quasi fossimo su un palco a tenere un master sulla scissione dell’atomo. Di contro, il malcapitato, sente moltiplicare i dubbi che aveva nello stomaco come lavoratori nell’ora di punta sul Grande Raccordo Anulare.
In tutta questa lezione sulle lunghe distanze, non manca l’occasione per snocciolare tutte le proprie imprese, neanche fossimo una vecchia rock band che propone il suo best of. Nel bailamme di aneddoti, racconti e leggende più o meno reali, ci sentiamo in dovere di accogliere l’aspirante randonneur sotto la nostra ala protettrice:

Vieni con me, che all’arrivo ti ci porto io”.

Il ragazzo, convinto di essersi imbattuto nel “Abebe Bikila delle rando”, si veste subito da fido scudiero, o peggio umile vassallo, prendendo per oro colato ogni qualsivoglia consiglio, non necessariamente legato alla bici. Giunti al traguardo, succede poi di accaparrarsi anche il merito del suo successo, neanche la randonnée l’avessimo percorsa con il saio in soccorso delle anime pie.

Credo ognuno di noi ricordi con un sorriso la sua prima randonnée. Forse proviamo quasi tenerezza nel guardarci alle spalle e ripensando a quanto fossimo inesperti. Io me lo ricordo bene, ma allo stesso modo non dimentico anche la profonda soddisfazione quando ho tagliato il traguardo. Non dovremmo mai dimenticarlo, anziché dare tutto per scontato.

Le randonnée hanno bisogno di forze fresche, di nuove leve e se riuscissimo a trasmettere le nostre emozioni, a esaltare l’impresa di un aspirante randonneur anziché intimorirlo, avremo più possibilità che un nuovo volto si affacci alla finestra di questo strano mondo. Così ho deciso di scrivere una lettera a me stesso, qualche anno più giovane, alla mia prima randonnée. Mi piace pensare che possa rimanere come traccia verso chi si troverà presto in questa situazione, o verso chi ci è appena passato, o verso chi, forse, se lo è un po’ dimenticato…

Caro ragazzo,
eccoti alla partenza.

Lo so: ti senti un pesce fuor d’acqua. Non hai il coraggio di incrociare lo sguardo con gli altri partecipanti perché temi possano leggere tutta la tua inesperienza. Hai messo quegli occhiali da sole anche per non far trasparire che ieri notte, preso da mille pensieri, non hai dormito molto.
Attorno a te, tutti sembrano così spensierati e rilassati, mentre tu senti le budella arrovellarsi.
Pensi di non essere in grado. Temi che arrivato a un certo punto le tue energie verranno meno. È normale, ma l’unico modo per saperlo è provarci.


Ricordati che quella distanza l’hai già percorsa per gli affari tuoi e che ti sei preparato meglio che potevi. Ascolta con attenzione il tuo corpo, perché ancora non vi conoscete bene.
Quello che posso consigliarti è di prendere il tuo passo. Fregatene se uno dopo l’altro gruppi più o meno numerosi ti supereranno a velocità doppia. Lasciali andare: molti li ritroverai più avanti.
Speri che dopo qualche chilometro la tensione si sciolga, ma sappi che non sarà così.

Verso metà strada ti capiterà di bucare. Non perdere la calma, sistema la bici e riparti. Non preoccuparti se non vedi più nessuno all’orizzonte e non senti più nessuno arrivare alle tue spalle: non sei l’ultimo e se anche lo fossi, saresti comunque perfettamente nei tempi. La solitudine non è mai stata un problema.
Negli ultimi 30Km ti renderai conto di avere ancora energie e allora potrai aumentare il passo. Scoprirai che i ciclisti che non vedevi più all’orizzonte e quelli che avevi visto sfrecciare la mattina, in fondo non erano così distanti.
Quando arriverai al traguardo, ti commuoverai e sarai orgoglioso di quello che hai fatto. Goditela, perché hai portato a casa una grande impresa e non te la dimenticherai mai. Ti ritroverai a guardare per giorni la strada percorsa e faticherai a crederci per parecchio tempo.

Mentre divori il tuo strameritato piatto di pasta, ascolti gli altri e non ti sembrano così soddisfatti come te. Non preoccuparti, sappi che se ora sono seduti al tuo fianco è proprio perché, tanti anni fa, hanno vissuto queste tue stesse emozioni. Solo che se lo sono dimenticati.
Presto scoprirai che questa prima randonnée è solo il punto di partenza…
Buona strada ragazzo
”.

“Lasciali dire che al mondo
Quelli come te perderanno sempre
Perché hai già vinto, lo giuro
E non ti possono fare più niente…”

(R. Vecchioni)